L’entroterra campano è abitato da Sanniti ed Irpini, e su questa divisione è stato creato e fomentato l’antagonismo tra le due “etnie”. Purtroppo, tutto questo rientra nell’antico disegno romano del “dividi et impera”, trasportato in epoca moderna, creando rivalità anche laddove non dovrebbero esistere. Il Sannio era, nell’antichità, una federazione di popoli: i Pentri, i Caudini, gli Irpini e i Carrucini. Ebbene sì, gli Irpini vivevano proprio sopra e sotto l’Appennino a Sud dell’attuale Campania. Gli abitanti di Benevento, all’epoca Maloenton, e poi Maleventum, erano Irpini, al pari delle genti che vivevano più a Sud e a Est, nell’attuale provincia di Avellino. Come direbbe qualcuno: “Benevento, Avellino, una faccia una razza”.
Però poi le cose sono andate storte, la rivalità calcistica c’ha messo il carico da novanta ed è successo quel che è successo. Io, invece, sono ancora oggi il “trait-d’union” tra Sannio ed Irpinia: originario dell’Irpinia, vissuto a Benevento e tornato di buon grado nella meravigliosa terra Irpina. Conosco pregi e difetti dei due territori, i due diversi modi di pensare, le differenti economie ed ho conoscenze trasversali da una parte e dall’altra. Ma se qualcuno mi chiede come mi sento, io rispondo che mi sento Irpino, forte e combattivo, come lo erano le genti di una volta, che non facevamo distinzione tra le due province e vivevano in armonia con i nostri bellissimi territori. Nelle mie vene scorre ancora il sangue dei lupi.
