Il passato e la fisica quantistica

Massimo Bisotti, in un suo libro scrive: “e non potrai mai ritornare nell’esatto punto da dove sei partita. Perché nel frattempo avrai maturato nuovi occhi per guardare posti che mentre andavi hai abbandonato. Non avrai più la stessa percezione, né per riconoscerli né per rivederli uguali. Per questo indietro non si torna, per questo indietro non si può più tornare, nemmeno se lo vuoi. […] quando pensi di non essere più in grado di riconoscere un luogo è perché ad essere cambiata di posto sei tu”.
In realtà tutto questo assunto è errato. Il concetto che il passato sia immodificabile è stato superato dagli studi di alcuni fisici quantistici, in primis John Archibald Wheeler, che formula il celebre esperimento della scelta ritardata. Dice: “No phenomenon is a phenomenon until it is an observed phenomenon”, che tradotto brutalmente suona così: prima dell’osservazione, il passato non è completamente deciso.
Sostanzialmente dice nella meccanica quantistica il passato non è un fatto pienamente definito finché non avviene la misura nel presente.
Non cambiamo ciò che è accaduto.
Decidiamo cosa è accaduto.
Ma anche altri fisici hanno flirtato con questa idea, per esempio Yakır Aharonov, con le sue teorie di causalità bidirezionale.
In sostanza io sintetizzo dicendo che puoi tornare indietro da dove eri partita, perché è l’osservatore che decide che valore dare al passato e quindi può dirigersi anche in un’altra direzione. Spero di essere stato abbastanza chiaro.

Pubblicato da Giuseppe Tecce

Scrittore di saggi e romanzi

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