La Prof.ssa Nardone del Liceo Linguistico di Fondi su Tecce

Buongiorno a tutti,

ringrazio la Dirigente, i colleghi, le autorità presenti e tutti voi per questa preziosa occasione.

Oggi ho il piacere e l’onore di parlarvi di un libro che mi ha profondamente colpita e che credo possa parlare direttamente a ciascuno di noi: “Tramonti occidentali” di Giuseppe Tecce.

Un testo breve, ma intenso e denso di significato, che affronta con rigore e sensibilità una questione che sentiamo vicina e urgente: la crisi profonda della nostra civiltà, del nostro tempo, e forse, anche di noi stessi.

Tecce ci accompagna in un percorso di riflessione critica sull’Occidente contemporaneo, una civiltà che ha ottenuto grandi conquiste materiali e scientifiche, ma che sembra aver perso qualcosa di essenziale: la propria anima, il senso profondo della vita, l’orientamento etico e spirituale.Le pagine parlano di smarrimento, di una crisi dei valori che ci mette davanti a una domanda fondamentale: che cosa resta quando le certezze di un tempo vengono meno?

Cosa resta quando le radici sembrano fragili e le prospettive confuse?

Questa condizione non è solo un’astratta diagnosi culturale, ma una realtà che viviamo quotidianamente. Viviamo in un’epoca di grandi contraddizioni: da un lato, la rapidità dei cambiamenti, le nuove tecnologie, le possibilità di comunicazione globale, dall’altro, la difficoltà a trovare un senso autentico, una direzione condivisa. Viviamo un mondo che corre, abbiamo l’ansia degli affaccendati come dice Seneca , non sappiamo più dove andare. Siamo una società che tende al disincanto, al disimpegno, all’indifferenza,eppure “Tramonti occidentali”non è un testo arrendevole né fatalista,non è il canto del disincanto.È piuttosto una sfida, un invito a guardare con occhi nuovi ciò che sta accadendo, a non cedere alla rassegnazione.

Il tramonto evocato nel titolo è anche l’alba di un nuovo inizio, se solo sapremo coglierne il senso e la possibilità.

In questo quadro, il ruolo della scuola diventa decisivo. Non siamo qui solo per trasmettere nozioni e competenze, ma per coltivare coscienze, per ridare profondità al pensiero, spessore alle parole, e significato ai gesti,per accendere le anime come sostiene Plutarco.

La scuola può e deve diventare un luogo dove si reimpara a pensare: non un mero passaggio di informazioni, ma un esercizio di libertà, di responsabilità e di visione.

La nostra missione è formare non solo studenti preparati, ma persone consapevoli, critiche, capaci di costruire ponti tra passato e futuro, coscienze capaci di resistere alla superficialità e alla banalità, di abbracciare la complessità del vivere.

Leggendo “ Tramonti occidentali, ” sono stata sfidata e interrogata profondamente: Il libro mi ricorda che anche nei momenti più difficili e stanchi la bellezza può salvarci: la bellezza di una parola vera, di un’idea chiara, di un gesto che lascia traccia nel tempo.La bellezza non è da intendersi come lusso, ma una necessità perché diventa quel richiamo che ci riporta alla nostra umanità più autentica,a quella Humanitas tanto cara al popolo romano.

Noi insegnanti non possiamo cambiare il mondo da soli, questo è certo, ma possiamo seminare. Ogni giorno, anche quando non vediamo subito i frutti, possiamo offrire una parola, un esempio, una luce:si apprende per emulazione più che da mille lezioni accademiche .

“Tramonti occidentali “ è un libro che va letto, riletto, discusso, interiorizzato ma soprattutto attraversato. Questa crisi non è solo quella dell’Occidente ma della nostra capacità di pensare, di sentire, di immaginare un futuro.

E dalla consapevolezza di questa crisi può nascere la possibilità di una rinascita proprio perché crisi in greco significa passaggio. La scuola è il luogo dove si coltiva la speranza, dove si impara a guardare il mondo con occhi nuovi.

Il libro in esame è un saggio breve ma intenso; con uno stile diretto e appassionato.

Il “tramonto” non è solo politico o economico: è soprattutto interiore. L’autore ci invita a guardare il vuoto che spesso si nasconde dietro la retorica del progresso, della libertà assoluta e dell’individualismo esasperato.

Il testo richiama la necessità di un risveglio delle coscienze, per riscoprire le nostre radici culturali;propone un cambiamento possibile, che parta dall’uomo, dalla scuola, dalla parola, dalla bellezza e dalla cura delle relazioni autentiche.Tecce ci invita a guardare senza ipocrisie il vuoto che spesso si nasconde dietro la retorica del progresso, della libertà assoluta e dell’individualismo esasperato.

Pur partendo da una visione critica, il libro non è privo di speranza: propone un cambiamento possibile, che parta dall’uomo, dalla scuola, dalla parola, dalla bellezza e dalle nostre categorie.

Il libro sa toccare le corde profonde del sentire e del pensiero perché il testo è breve nella forma ma denso nel contenuto.

Come Pavese, Tecce guarda al tramonto con lucidità e dolore, ma anche con la volontà, quasi etica, di non chiudere gli occhi. Pavese scriveva: “La verità è che ogni uomo ha paura.”

Tecce sembra rispondere invitandoci ad affrontare questa paura, a darle un nome, a non delegare il pensiero a slogan, automatismi, superficialità o atteggiamenti gregari.

C’è nelle parole di Tecce la consapevolezza che educare ha in nuce il concetto di resilienza. Lo stile di Tecce è limpido e tagliente: un silenzioso urlo , capace di colpire. Mi ricorda Calvino nella precisione lessicale, nella capacità di fendere l’opacità con la parola giusta. Tecce come Calvino, ci dice che solo la leggerezza pensante — quella che nasce da uno scavo profondo — può salvarci dall’indifferenza e dal rumore del mondo. Ci chiede di guardare in faccia la crisi: non solo quella dell’Occidente come entità geopolitica o culturale, ma quella che ci attraversa dentro, ovvero la crisi del senso, dei legami, dell’identità. Questo libro,ripeto, non è un canto del disincanto, ma un monito alla responsabilità , la voce che ci ricorda che anche nei tramonti più cupi si nasconde la possibilità di un nuovo inizio.

Pubblicato da Giuseppe Tecce

Scrittore di saggi e romanzi

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