Certe storie

Certe storie non finiscono, restano sospese nell’aria come il fumo di una sigaretta accesa a metà. Mi hai chiesto perché ho scelto di restare, ma la verità è che non ho mai saputo davvero andare via. Ti ho detto che era un gioco, ma io non so giocare. Non con i sentimenti, non con le parole che restano incastrate in gola quando servirebbero a chiarire, a spiegare.
Adoro i tuoi sorrisi, quelli spontanei, leggeri, quelli che mi fanno credere, anche solo per un attimo, che potremmo riscrivere la nostra storia. Sul letto, mentre fumi, mentre il tempo si allunga e si accorcia senza logica, io raccolgo i miei vestiti. E lascio a te i frantumi di tutto ciò che non abbiamo mai detto, di quello che non abbiamo mai chiarito.
Tu odi i miei silenzi. Io odio il modo in cui ti allontani senza fare rumore. E forse, in fondo, non c’è più niente da capire. Solo un’eco di quello che avremmo potuto essere.

Pubblicato da Giuseppe Tecce

Scrittore di saggi e romanzi

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