Ci sono stati periodi della mia vita in cui ho vissuto a Mosca. Periodi più o meno lunghi, ma sempre periodi spensierati e molto belli. Periodi in cui ho incrociato la storia, come quando c’erano quei maledetti attentati ceceni in varie parti della città, o quando la Russia entrò con la forza nell’Ossetia del Sud, in Georgia, e io mi trovavo in Ossetia del Nord e dovendo prendere il volo per Mosca, prima di partire mi fecero praticamente l’esame del dna. In quei periodi vivevo a Kuntzevo, in tempi passati una cittadina nei dintorni di Mosca, poi diventata parte integrante della città, vicino alla metro Molodyozhnaya. In venti minuti ero sulla piazza rossa, e in quella zona mi piaceva trascorrere le giornate spensierate, tra una grande fetta di torta ai Magazzini GUM e una passeggiata sulla via degli artisti, Stare Arbat, mangiando piroghi osseti, plov uzbeko, e blinì ripieni zeppi di caviale, meglio se di beluga.
Ecco, tutti questi ricordi me li ha scatenati questa canzone: https://open.spotify.com/track/6Nmnagm0EfwFlNxQptpxJ2?si=a0qHt0BsTuuVTj6uOMgQ4A
Mi è passata per caso in macchina, e la testa è partita automatico.
