Era il tempo delle notti bianche, o giù di lì, quando scattai questa foto, sistemato su un ponte che sovrastava uno dei tanti canali di San Pietroburgo. Ero sulla Prospettiva Nevskj, proprio quella di cui cantava Battiato, con la sola differenza che lui era a trenta gradi sotto zero. Io i trenta gradi sotto zero li ho visti e li ho sentiti addosso, ma ero a Mosca, nel mese di Gennaio, e non erano per nulla piacevoli. La Prospettiva Nevskj è stata, nell’immaginario degli scrittori e dei poeti russi, un crocevia di colori, di vite, di affari, di malaffari e di uomini e di donne bellissime. San Pietroburgo non è una città antica, è nata nel 1703, ma è divenuta da subito un crocevia di bellezza, sia nell’arte, che nel gentil sesso.
Lo scrittore russo Nikolaj Vasil’evič Gogol elogiava la Prospettiva Nevskij, descrivendola come un luogo dove si potevano ammirare le donne più belle e quelle con i vitini più stretti. E lo fece, in particolare, nel suo racconto intitolato “La Prospettiva Nevskij”, contenuto nella raccolta “Racconti di Pietroburgo”.
Anche Fëdor Dostoevskij faceva riferimento al fascino delle donne di San Pietroburgo nelle sue opere, benché non si soffermasse specificamente sui “vitini stretti” come Gogol’. Tuttavia, San Pietroburgo era spesso celebrata dai letterati russi per l’eleganza delle sue donne, influenzata dalla cultura europea e dallo stile raffinato dell’aristocrazia e della borghesia.
Ancora un altro scrittore russo menzionava il fascino delle donne di San Pietroburgo: era Aleksandr Puškin, il padre della letteratura russa moderna. Puškin, nelle sue poesie e prose, esaltava spesso la bellezza delle donne di alta società, che si muovevano nei salotti e nelle strade principali della città.
San Pietroburgo, era la capitale culturale e mondana dell’Impero Russo, e ispirava molti scrittori a idealizzare l’eleganza e lo stile delle donne che vi abitavano.
Oggi è ancora una capitale finanziaria e forse anche mondana. Le notti bianche continuano inesorabilmente a susseguirsi ogni anno, ispirando l’immaginazione degli artisti più sensibili, di quelli che sanno vedere oltre le cose.
Io quella notte ero lì, sulla Prospettiva Nevskij, in mezzo alle anime di scrittori, romanzieri, poeti, letterati. Ho camminato con loro, ed ho respirato le loro anime.
Poi mi sono fermato sul canale Griboedov ed ho ammirato la bella bellezza della Chiesa del Salvatore sul Sangue Versato.
Era notte fonda, e sono rimasto lì ad ascoltare il canto disperato dell’anima di Esenin, che mi sussurrava di un mondo che non esiste più!
