Osvaldo Sanini nasce sull’isola di Creta, nonostante la propria famiglia fosse di origine parmense. Ritorna nella città di origine con la famiglia nel 1880, ma volendo proseguire gli studi in legge, si trasferisce ben presto nella città di Genova. Ben presto, date le sue notevoli capacità, diviene giornalista corrispondente all’estero per Il Secolo XIX. Nel 1940 il Sanini, rientrando in Italia da Parigi, dove aveva soggiornato a lungo, viene arrestato dalla polizia fascista, accusato di propaganda antifascista, ed è costretto al confino. Il regime lo invia a Grottaminarda, in Irpinia, ove egli stesso deciderà di rimanere fino alla sua morte.

«Irpinia bella, …/ Mi volean morti i perfidi;/ ma tu m’alzasti da la sepoltura/ e mi scaldasti il cuore e apristi il ciglio,/ tu mi parlasti tenera/ e prendesti di me gentile cura/ come ti fossi il più diletto figlio». E non meno bella è “Monti dell’Irpinia. «Monti ch’io non cercai, fate che almeno/ sian le mie strofe come l’aria lievi/ e rubino l’azzurro al ciel sereno/ e la bianchezza fulgida a nevi. […] Monti, purificatemi co’ venti/ freschissimi de l’alba, con la luce/ de l’aurora, con l’acque de’ torrenti»
(Osvaldo Sanini)