La ragazza sottile

Ciao, sono Tina, disse la ragazza sottile, con coraggio da vendere, togliendo la mano dalla tasca e stendendola verso l’uomo seduto su una piccola sedia in legno sul marciapiede di Via dei Fori Imperiali. Dietro, le rovine della Roma imperiale, immerse nella luce del tramonto, facevano da cornice alla scena romantica, che ripeteva un gesto antico quanto l’essere umano.
Come? Rispose l’uomo, scostando le pesanti cuffie dalle orecchie, e sospendendo l’attività di pittura che stava realizzando.
Ho detto che mi chiamo Tina, disse la ragazza con fare ancora più coraggioso, e riproponendosi con la mano fin sotto al naso di lui.
Scusa, non avevo sentito, ribatté lui. Mi chiamo Utter. Perdonami ma ero immerso nella musica e nei miei pensieri, e non mi aspettavo che una ragazza così carina potesse interessarsi a me. Poi le strinse la mano.
E invece, vedi com’è che va il mondo? Quando meno te lo aspetti, succede qualcosa che potrebbe cambiare tutto, forse la tua stessa esistenza, e sorrise la ragazza sottile, sorrise portandosi la mano davanti alla bocca, coprendo i denti perfetti e bianchi.
Cosa stavi ascoltando? continuò lei.
Se proprio ci tieni tanto, eccoti accontentata, e con un gesto rapido lui si sfilò le cuffie dal collo, dove le aveva poggiate, piazzandogliele sulle orecchie.
Lei, che non si aspettava una tale reazione, fece dapprima un passo indietro, poi portò entrambe le mani sui padiglioni delle cuffie, come a stringerle ancor più alle orecchie e fece due passi in avanti verso l’uomo. Ogni brusio svanì, facendola restare sola con le armonie che sembravano provenire da ogni dove.
La bocca semiaperta in un ghigno di sorriso e le pupille che si muovevano inseguendo il canto del violino, gli fecero intuire la sua propensione per l’arte.
Un brivido le attraversò la schiena, arrivando fino al sesso, e ne gioì per l’inaspettato epilogo.
Cos’è questa musica? disse lei. Ha sonorità antiche. E lo disse mentre si staccava le cuffie dalle orecchie.
Si chiama Shigeru Umebayashi, disse prontamente l’uomo.
Come? Ribatté, immediatamente, lei.
Shigeru Umebayashi, è il nome del compositore giapponese. È un valzer, il tema di Yumeji, ma dalla tua espressione ne deduco che non abbia mai visto nemmeno il film.
No, fece lei, con aria sognante, ma è bellissimo. Grazie.
Grazie per cosa, ribatté l’uomo, che sorrideva meravigliato.
Grazie per avermi regalato un pezzo della tua vita, disse la ragazza sottile, ora un po’ meno coraggiosa.

(Inedito di Giuseppe Tecce)

Pubblicato da Giuseppe Tecce

Scrittore di saggi e romanzi

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