È già Febbraio

Il tempo cavalca, inesorabilmente,
l’onda ostinata delle sequenze dell’esistenza, anche in tempo di post pandemia.

Povero mese, condannato ad essere corto e amaro, etichettato e dileggiato per il suo incedere cavernoso.

Lo accompagnano il gelo, la tempesta, poi l’ilarità del Carnevale, fino al tempo di Quaresima.

  • Quia pulvis in pulverem reventeris –
    Polvere eri e polvere tornerai.

Quanta contraddizione: il mistero delle maschere buffe e il mistero della morte.
Così gli uomini, prima spavaldi e poi codardi, nel girone del voler vivere.

  • È il libero arbitro – professano i cattolici.

Allora speriamo che Febbraio passi in fretta: si identifica troppo nelle miserie umane.
Ora più che mai.

Un cammino insidioso, troppo breve, con il fiele nello stomaco, che imprigiona farfalle.
Allora io piango.
Per legittima difesa.

  • Il pizzico di povertà – olio su tela, Thomas kennington.

Pubblicato da Giuseppe Tecce

Scrittore di saggi e romanzi

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