Sant’Antonio Abate

Oggi la Chiesa celebra Sant’Antonio Abate, da non confondere con Sant’Antonio da Padova.

“Sant’Antonio Abate tene ‘o puorco” diceva Bellavista.

” Sant’Antuoni, maschere e suoni”.
E il modo per indicare l’inizio del Carnevale a suon di tarantella in tutta l’Irpinia, partendo da Montemarano, patria del Carnevale e della tarantella.
Ed eccole qui, amici e amiche dell’Accademia della Tarantella Montemaranese, sprezzanti del cattivo tempo, questa mattina ad annunciare la ‘lieta novella’: abballanno abballanno, accunzi accunzi’, hanno ‘scetato’ il paese e fatto irruzione nelle case , fino alle contrade più lontano, dove magari , qualcuno non più giovane, non potrà raggiungere il centro del paese per ascoltare le note della tradizionale tarantella e aspettano con gioia l’arrivo dei suonatori e delle maschere.

Mentre in città ‘chioveva a scafunno’, là – gente allegra , il ciel li aiuta –
È proprio il caso di dirlo.

  • Sant’Antuono s’annomoraie ro puorco –
    L’amore è cieco, per intenderci.
  • ‘O fuoco ‘e Sant’Antonio –
    Al secolo Herpes Zoster, che brucia come le fiamme del demonio che lo aveva tentato, curato dai monaci antoniani col grasso dei maiali, per il cui allevamento il Papa fece una dispensa: all’epoca i suini venivano visti dai Cristiani come beste immonde.
  • Se festeggi Sant’Antuono, tutto l’anno ‘o passi bbuono –

Noi ci vogliamo credere.

E ricordate che le nostre radici ci sosterranno solo se ce ne prenderemo cura.
E che la leggerezza non è sinonimo di superficialità.
Anzi.

Pubblicato da Giuseppe Tecce

Scrittore di saggi e romanzi

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