Alla scoperta del neo paganesimo in Ljuba senza scarpe

Una delle cose che maggiormente salta all’occhio a chi si avvicina alla lettura di un testo come “Ljuba senza scarpe” è l’importante massa di riferimenti che vengono fatti alle culture nordiche e alle loro divinità.

Come spesso accade per i miei libri, “Ljuba senza scarpe” può avere una duplice chiave di lettura: una rivolta a tutti, intendendo per tutti anche i ragazzi, che posso appassionarsi ad una bella storia d’amore, e trovare dei riferimenti sognanti nella natura più o meno selvaggia che pervade l’intera opera, ed una seconda chiave di lettura più profonda che carpisce l’attenzione di coloro che sono più assuefatti ad avere a che fare con l’esoterismo ed in particolare con le divinità pagane del nord Europa.

Spesso si tende a pensare che con l’avvento del cristianesimo, e la sua successiva diffusione ad opera degli imperatori romani, il paganesimo, presente nel continente europeo, si sia progressivamente ritirato, lasciando spazio al cristianesimo prima, e ad altre religioni monoteiste, che pure hanno colonizzato l’Europa nel corso del tempo, successivamente.

La realtà è ben diversa, perché sacche di resistenza alle grandi religioni monoteiste si sono sempre conservate intatte in diverse parti del continente europeo. D’altra parte il paganesimo altro non è se non la trasfigurazione della realtà circostante in divinità più o meno buone, più o meno propositive, o più o meno cattive, rispecchiando pedissequamente i fenomeni naturali e il loro impatto sugli esseri umani. E’ normale, pertanto, che molte persone abbiano continuato a trovare maggiori aderenze tra quelle divinità e le leggi della natura, che talvolta risultano essere inspiegabili. E’ accaduto, pertanto, che molte persone, anche in epoche recenti, si siano sentite ispirate e spiritualmente legate alle divinità pagane. 

La storia ci insegna che le divinità pagane sono state diverse ed innumerevoli, cambiando di nome a seconda della lingua e della regione di riferimento, pur avendo sempre delle similitudini che rendono bene la loro nascita come frutto della mente e della cultura umana, che, andando a ritroso nel tempo, è sempre assimilabile ad una cultura unica di riferimento, che ha generato tutto quello che è venuto poi.

Il termine pagano cominciò ad essere usato nell’antica Roma, con l’intento di indicare quelle persone dedite al culto di divinità non cristiane. Si indicavano, in origine, soprattutto i seguaci della religione dell’antica Grecia, nonché i romani vissuti in epoca pre cristiana, dediti al culto di divinità, spesso, prese in prestito dalla mitologia greca. Successivamente con l’allargarsi dei confini dell’impero romano, e venendo a contatto con tanti altri popoli che abitavano le regioni dell’Europa centrale e settentrionale, il termine pagano è stato utilizzato in maniera più generica per indicare tutti coloro che praticavano religioni diverse da quella cristiana.

Il “paganesimo” era, di fatto, diventata una parola dispregiativa e intollerante, inventata dai cristiani per indicare chi cristiano non lo era, additandoli come infedeli, come successivamente è accadutoper gli islamici, e quindi non indica una religione ma tante religioni ben distinte con la loro storia e la propria dignità. 

Oggi, esistono tanti culti ispirati ai riti pagani antichi, che possiamo riportare sotto la definizione unica di “Neo Paganesimo”, comprendendo al proprio interno una infinità di riti, correnti spirituali, e divinità diverse. La religione Neo Pagana piùdiffusa è la Wicca. Da stime effettuate, pare che nel solo Regno Unito vi siano almeno 250 mila persone che si proclamano pagane, ma allo stesso modo riti pagani sono diffusi in Germania, in Frisia, in Svezia, ma anche in Francia, Normandia, Italia, nell’Europa dell’est, creando un mosaico di riti diversi, tutti accomunati dalla profonda venerazione per la natura e le anime che la abitano.

Tutti questi riferimenti antropologici sono profondamente presenti nel romanzo “Ljuba senza scarpe”, dove Ljuba, il protagonista, viene quasi ad identificarsi con un moderno sciamano, in grado di interferire con la percezione della realtà e con lo scorrere lineare del tempo, influenzando eventi che vanno decisamente fuori dall’ordinario. Ljuba utilizza questi poteri in maniera più o meno consapevole, interagendo con le divinità ultraterrene entrando nel loro mondo, come facevano gli eroi della tradizione greca e romana. Il viaggio negli inferi, che tanto aveva appassionato gli autori antichi, diventa in questo racconto un viaggio nel sogno, capace di distorcere la realtà e di modificarne i suoi tratti essenziali sulla linea spazio temporale. 

Prossimamente ci sarà un altro approfondimento che si focalizzerà sulle divinità con cui Ljuba entra in contatto, nello specifico sono tre. Per chi ha letto il libro, le ricorda?

Se non hai ancora letto libro e vuoi scoprire di più sul mondo di Ljuba, lo puoi trovare ai seguenti link.

Graus Edizioni: https://www.grausedizioni.it/prodotto/ljuba-senza-scarpe/

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Pubblicato da Giuseppe Tecce

Scrittore di saggi e romanzi

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