Sono giorni di intensa attività. Insieme con Maurizio Del Greco, abbiamo messo mano ad un progetto editoriale molto importante, destinato a durare nel tempo, e che vedrà la luce già nel prossimo mese di gennaio. Ci sta assorbendo moltissimo tempo ed energie, ma, sono certo, che piacerà tantissimo a tutti.
Intanto vi lascio un pezzo tratto dal mio “Ljuba senza scarpe” :
“Vorrei non raccontarvi il mio sogno, ma portarvici dentro”.
Non finì nemmeno di pronunciare quelle parole che dal fondo della stanza si alzò un vento, freddo e sferzante che divenne forte a tal punto da spegnere i restanti mozzoni di candele.
Ljuba continuava a tenere gli occhi chiusi, mentre i tre si guardavano intorno spaventati ed incuriositi.
La stanza piombó nel buio, ma fu solo per poco, perché nel volgere di pochi istanti furono avvolti dalla luce bluastra della luna piena. Le pareti scomparvero e si ritrovarono circondati da tronchi di alberi ad alto fusto, fitti, ma non tanto da non lasciar trapelare la luce della luna che splendeva lassù, tonda e candida in mezzo ad un cielo scuro ma terso.
Ljuba scese dall’albero, sul quale era salito per avvistare qualcosa , decisamente a proprio agio con i piedi nudi che usava imitando il modo delle scimmie.
Dobbiamo raggiungere il gruppo per compiere i riti per Freyja nel blót d’autunno, disse rivolgendosi ai tre rimasti ai pedi dell’albero. Dobbiamo affrettarci per vivere in pace e propiziarci la stagione del lungo inverno.
Chi….chi è Freyja pronunciò con voce sommessa Milena, mentre gli altri restavano sbalorditi per quanto visto ed udito.
Freyja è la dea dell’amore , della fertilità, ma anche della guerra e della morte. Ma è ora di metterci in marcia, dobbiamo unirci al blót prima che sorga la luce del sole. Si odono già i canti in lontananza.
“Dalla cima dell’albero ho scorto dei fuochi verso nord, ed è lì che dobbiamo dirigersi”.
