Decalogo del 16 agosto

1.
Stai attento quando è il caso e poi distraiti profondamente.

2.
Non dispiacerti delle paure che hai avuto, pensa che avevano una loro necessità.

3.
Sei ancora qui e questo è un miracolo.
C’è sempre qualcuno, qualcosa che ti può rovinare la festa, ma tu gioca d’anticipo, immagina che la festa è adesso e adesso va tutto bene, almeno per qualche attimo sei al sicuro.

4.
Saluta ogni tanto chi non c’è più. Fantastica che sei morto pure tu molti anni fa, forse sei risorto, forse tutti quelli che vedi sono risorti.

5.
I nemici a un certo punto si stancano. L’unico nemico che non si stanca mai è dentro di noi.

6.
Fidati degli sconosciuti, parla coi morti, ricordati l’odore di tua nonna, la sua naturale nobiltà. Ricordati che ogni vita ha poco da salvare ed è quel poco che non ti può togliere nessuno.

7.
Sali le scale come se stessi salendo al cielo.

8.
Spingi forte il carro delle macerie che ti porti dietro e non lamentarti. Immaginati come una grande casa, puoi accogliere tutta la luce del giorno e tutta la notte, ti può essere caro ogni tanto tutto quello che accade.

9.
Scrivi lettere d’amore e ama come si amano i grandi amanti nei romanzi più belli. Immagina che ora sei pronto a farlo, ora hai le forze per fare cose coraggiose, immagina che il tempo passato sia servito a darti coraggio, a predisporti ai miracoli.

10.
Ad ogni piccolo errore che fai rispondi con un gesto d’affetto per te stesso e per gli altri. Considera che se non hai fatto finora errori gravi, difficilmente ne farai in futuro. Tutti a un certo punto veniamo raggiunti da un fondo di saggezza, la saggezza del tempo che si fa scarso. Baciati gli occhi
come un giorno ha fatto tua madre, bacia il cane, il gatto, bacia anche un muro nei momenti più vasti. (Franco Arminio)

Pubblicato da Giuseppe Tecce

Scrittore di saggi e romanzi

Lascia un commento