Il signore che vedete cantare in queste immagini, accanto a me, è Enzo Braucci. Le immagini, sfocate e non ottimali, risalgono all’aprile del 2019, e l’occasione era quella del mio compleanno. Eravamo felici e non lo sapevamo. Se ho intrapreso il percorso, che mi ha portato ad essere uno scrittore, il merito è anche il suo, che mi ha sempre sostenuto ed incoraggiato. E lui di scrittori se ne intendeva, perché ne aveva uno famoso in casa, il fratello Maurizio, e conosceva bene le difficoltà del mestiere, ma anche le tante soddisfazioni che si potevano raggiungere. Quell’estate, poi, mi invitò più volte ad andare in barca con lui nel golfo di Napoli. Io non ci andai, perché non mi piaceva il mare, ma lui lo sapeva, e nonostante ciò mi invitava in continuazione: secondo me lo faceva apposta per stuzzicarmi. Poi arrivó la pandemia e per ovvietà di cose, dovremmo restare lontani.
Da allora non l’ho più rivisto, perché Enzo se ne andò via alla fine del 2020, a causa di un incidente, occorsogli inseguendo una delle sue grandi passioni, il volo. Però quel giro in barca, oggi, col senno del poi, me lo farei, anche se non amo il mare.
Pertanto se il mio 2023 è stato così strepitoso, una parte del merito è soprattutto di Enzo, ed è proprio a lui che ho dedicato il mio ultimo lavoro, Ljuba senza scarpe.
Grazie Enzo e tanti auguri di Buon Natale anche a te, ovunque tu sia!
Non sarai mai dimenticato!