Su “Il Mattino” di oggi, Stefania Marotti tratteggia molto bene le caratteristiche di Ljuba, rendendo vive ed attuali le storie narrate nel romanzo, i cui protagonisti prendono vita grazie alla narrazione di Stefania.
Ljuba combatte, a modo suo, una guerra “non violenta” per lanciare al mondo il proprio grido diaperato: o torniamo ad uno stile di vita più naturale…. O saremo spacciati per sempre.

LETTURE Stefania Marotti
Nuova pubblicazione dell’economista ed operatore sociale irpino Giuseppe Tecce, autore di Ljuba senza scarpe, edito da Graus. Un romanzo affascinante, ricco di suspence, tra introspezione e magia, per catturare l’attenzione del lettore dalla prima all’ultima pagina. La scrittura, incalzante e descrittiva, induce alla riflessione sui diversi aspetti della realtà, dalla condizione contadina, fatta di sacrifici e di solidarietà, alla dimensione onirica, che sublima il reale in un’atmosfera dove tutto è possibile, al rapporto con la natura, che diventa stretto legame tra esseri viventi, basato sul rispetto. In un’atmosfera sciamanica, l’autore suggerisce di ripensare al rapporto con le proprie radici, con i luoghi, ma anche con la propria anima, per vivere un’esistenza equilibrata anche nell’aspetto interiore e spirituale. Ljuba è un giovane dalla spiccata personalità, che non accetta l’omologazione neanche nei suoi elementi basilari, come indossare abiti e scarpe. Per il protagonista del romanzo, vestirsi è una forma di convenzione sociale, a cui si può rinunciare, tanto da camminare scalzi come lui. Il suo desiderio è ritornare all’armonia con la natura, con la quale vivere in sintonia, riscoprendo, così, una forma di felicità. Giunto in Italia dall’Unione Sovietica, Ljuba aderisce alla Rainbow Family, un’organizzazione che gli ha plasmato il modo di vivere e di pensare. Ljuba vive con Katia, la sua compagna, che soffre per le scelte radicali del giovane. A questo punto del racconto, si inserisce la magia. Una sera, Ljuba invita a casa sua una coppia di amici, ed inizierà uno strano gioco fatto di storie e di sogni. Ljuba, infatti, guida i due amici e Katia nel paranormale, per indurli a ragionare sul senso dell’esistenza. Un romanzo dalla trama avvincente, dunque, con un personaggio apparentemente semplice, ma, in realtà, molto razionale e libero dagli stereotipi culturali della società. Una scrittura contemporanea, per affrontare l’eterno dilemma sulla condizione esistenziale dell’uomo, alla continua ricerca di una felicità che non riesce né a definire né ad individuare, sprofondando, in tal modo, nella solitudine e nello sconforto. Nell’era dell’intelligenza artificiale, Giuseppe Tecce suggerisce di ritornare allo stadio primordiale, riscoprendo la bellezza della natura, fonte di bellezza, di pace interiore, di energia vitale. Alla continua sete di successo, potere e danaro, Ljuba oppone l’immersione nella rigogliosità dei boschi, dove la quiete rigenera la mente e lo spirito. Tecce individua, così, nella semplicità, il segreto per essere felici, per vivere in armonia, senza affannarsi nella frenetica corsa a possedere sempre di più. La magia della natura, che riesce sempre a stupire l’osservatore, alimenta la fantasia, suggerendo all’immaginazione di ciascuno dei percorsi creativi, strettamente legati al fluire di emozioni. Del resto, l’autore pratica ciò che suggerisce. Amante dell’ambiente, ha percorso l’Irpinia, la sua amata terra, in bicicletta, scoprendone gli angoli nascosti, ed intrattenendosi con i personaggi che abitano paesi, ormai, desertificati. Da questa esperienza, è nato, infatti, il libro L’agente della terra di mezzo. In Ljuba senza scarpe, Tecce indica nel percorso della natura il segreto per ritrovare l’anelito spirituale, completamente soffocato dalla prepotenza, dagli abusi necessari a bruciare le tappe per raggiungere il successo. Camminare nell’erba, senza scarpe, come fa, appunto Ljuba, è la metafora per riflettere su una modernità in cui anche il superfluo è ritenuto necessario.
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