La parabola di Nemtsov

Otto anni fa moriva l’ultimo baluardo di democrazia nella Federazione Russa. L’unica possibilità per il popolo russo di essere altri da una dispotica dittatura. Il 27 febbraio 2015 moriva Boris Nemtsov.

Nemtsov nacque a Sochi.

GLI STUDI
Studiò Fisica all’università statale di Gor’kij e ottenne anche un dottorato in fisica e matematica. Fu autore di più di 60 pubblicazioni scientifiche su fisica quantistica, termodinamica, acustica. Tra le invenzioni di Nemtsov ci sono alcuni parametri dell’antenna per un veicolo spaziale e un laser acustico.

GOVERNATORE DELLA REGIONE DI NIZHNY NOVGOROD
Deputato del popolo russo (1990-1993). Fu governatore della regione di Nizhny Novgorod (1991-1997).

Durante i 6 anni del suo governatorato, furono costruiti e restaurati più di 150 chiese e monasteri ortodossi, eremi e moschee, 5.000 chilometri di strade, create zone di produzione territoriale con tassazione preferenziale cosi da fare ottenere alla regione il 3 ° posto in Russia per volume di investimenti.

LA CARRIERA POLITICA
Fu negli stessi anni Membro del Consiglio della Federazione (1993-1997).

Ministro dei combustibili e dell’energia (aprile-novembre 1997), primo vice primo ministro della Federazione russa (1997-1998), membro del Consiglio di sicurezza della Federazione russa (1997-1998).

Nel 1997, secondo il fondo “Public Opinion”, il 29% dei russi voleva vedere Nemtsov candidato alla carica di presidente della Russia.

Nel 1998 fondò il movimento liberale Giovane Russia. Nel 1999-2003 – Deputato della Duma di Stato dell’Assemblea Federale della Federazione Russa – Vice Presidente della Duma di Stato e poi Capo della coalizione dell’Unione delle forze di destra.

Dopo il 2003, lavorò nel mondo degli affari: è stato consulente economico freelance del presidente dell’Ucraina Viktor Yushchenko, il fautore della Rivoluzione Arancione.

Fu uno dei fondatori del movimento democratico di opposizione russa “Solidarnosc” – “Solidarietà”.

RIVOLUZIONE ARANCIONE
Nel 2004 sostenne la rivoluzione arancione in Ucraina tanti da venire nominato consigliere del presidente dell’Ucraina, Viktor Yushchenko. Espresse il desiderio di diffondere i risultati democratici in Ucraina alla Russia esercitando pressioni sul Cremlino. Con altri partiti russi di opposizione, fece parte del “Comitato 2008: Libera scelta”.

CANDIDATURA A SINDACO DI SOCHI
Nel 2009 si candidò a sindaco di Sochi arrivando secondo solo dopo il candidato di Russia Unita (il partito di Putin), Anatolii Pakhomov. Nemtsov contestò i risultati in tribunale. 30.000 persone avevano votato in anticipo e il 30% degli elettori sotto pressione e ricatto

Nel 2010, il movimento Solidarnosc si unì alla coalizione “Per la Russia senza arbitrarietà e corruzione”.

Dal 16 giugno 2012 al 27 febbraio 2015 fu co-presidente del partito politico “Partito Repubblicano della Russia – Partito della Libertà Popolare” (RPR-PARNAS).

GUERRA IN CECENIA
Raccolse più di un milione di firme di cittadini russi contro la prima guerra cecena.

“PUTIN. RISULTATI DI 10 ANNI”
Nel 2010, pubblicò un’indagine relativa ai risultati delle attività Putin durante il suo periodo al potere come presidente e poi primo ministro della Federazione Russia. La diffusione del rapporto di 48 pagine superò il milione di copie.

3 POSSIBILI SCENARI DI RIVOLUZIONE IN RUSSIA
In una delle sue interviste nell’agosto 2011, dichiarò:

“Possono verificarsi tre tipi di scenari di rivoluzione in Russia. E in base al grado di probabilità, sono così elencati.
In primo luogo, lo scenario nazionalista. Ci potrà essere una rivoluzione con pogrom di stranieri.
Al secondo posto si colloca lo scenario socialista o comunista. Potrà scoppiare una rivoluzione causata dall’insoddisfazione delle persone per il calo del tenore di vita, la mancanza di mobilità sociale, la crescita della corruzione e della criminalità, la stratificazione sociale, l’odio per gli oligarchi.
E infine, al terzo posto del grado di probabilità, una rivoluzione liberale causata dalla mancanza di libertà e democrazia.
In ogni caso, la rivoluzione è sangue. La responsabilità al cento per cento dello scenario rivoluzionario ricadrà su Putin , poiché si aggrappa al potere con le unghie e con i denti perseguendo una politica di furti e frodi.”

“PUTIN. GUERRA”
Nemtsov scrisse questo rapporto nel 2015 focalizzandosi sugli eventi nell’est dell’Ucraina.
Le fonti di Nemtsov erano persone che rappresentavano gli interessi dei parenti dei soldati russi caduti a cui non era stato pagato il risarcimento promesso. Le famiglie delle vittime fecero appello a Nemtsov per fare pressione sul Ministero della Difesa ed ottenere i pagamenti. Secondo le famiglie, i soldati russi morirono in massa in Ucraina in due periodi. La prima ondata di bare con “Vantazh-200” è arrivata in Russia nell’estate del 2014, quando l’esercito ucraino passò all’offensiva liverando una ad una molte delle città occupate nelle regioni di Donetsk e Luhansk. L’offensiva è stata interrotta dopo l’intervento diretto di parti dell’esercito russo. Quando divenne impossibile nascondere la presenza delle truppe russe nella zona del conflitto, il Ministero della Difesa affermò che molti uomini erano andati a combattere durante le loro “vacanze”. Ci furono perdite ingen da entrambe le parti nelle battaglie che scoppiarono nei pressi di Ilovaisk. Il coautore del report, I. Yashin, dichiarò: “È difficile stimare il numero esatto di soldati morti dalla parte russa, ma valutando tutto almeno 150 bare contrassegnate con “Vantazh-200” arrivarono nelle nostre città”. La seconda ondata di bare è andata in Russia a gennaio e all’inizio di febbraio 2015. Yashin affermò che, secondo le loro stime, almeno 70 militari russi morirono nel Donbas durante tale arco di tempo. Venne inoltre denunciato che circa 53 miliardi di rubli del bilancio russo furono spesi per la guerra nell’Ucraina orientale.

IL SOSTEGNO AD EUROMAIDAN
Nel 2013 sostenne l’Euromaidan, ma il governo russo gli impedì di poter entrare in Ucraina.

CONDANNA ALL’ANNESSIONE RUSSA DELLA CRIMEA
Nel 2014 condannò l’annessione della Crimea da parte della Federazione Russa, definendo Putin un bandito che segue una mentalità da bandito. Firmò inoltre una dichiarazione con la richiesta di “fermare l’avventura militare: ritirare le truppe russe dal territorio dell’Ucraina e interrompere il sostegno propagandistico, materiale e militare ai sostenitori delle autoproclamate repubbliche popolari di Donec’k e Luhansk.

Nel gennaio 2015, riferendosi agli scontri intorno all’aeroporto di Donec’k, dichiarò:
“La situazione è in stallo, non dipende da chi controlla l’aeroporto di Donec’k. Vedo un’unica via d’uscita: l’Ucraina dichiari i territori delle repubbliche popolari di Donec’k e di Luhansk come territori ribelli e costruisca un confine con loro. L’oggetto dei negoziati con Putin dovrebbe riguardare solo una questione: la sicurezza durante la costruzione del muro. I checkpoint sono installati lungo il muro. Ogni residente deve decidere una volta per tutte dove preferisce vivere.”

POROSHENKO SU NEMTSOV
Il presidente dell’Ucraina Poroshenko osservò: “Per noi ucraini, Boris Nemtsov rimarrà per sempre un patriota della Russia e un amico dell’Ucraina. Ha dimostrato con la sua vita che ciò è possibile: bisogna solo volerlo”.

L’ASSASSINIO
Il 27 febbraio 2015 , venne freddato da quattro colpi di pistola al petto, alla testa e al cuore sul Grande Ponte Moskvorytsky, nei pressi del Cremlino.
L’omicidio avvenne un giorno prima della marcia dell’opposizione Vesna, prevista per il 1° marzo a Mosca.

La penultima intervista rilasciata da Boris Nemtsov il 10 febbraio 2015 alla rivista russa “The Interlocutor” fu pubblicata con il titolo “Ho paura che Putin mi uccida”.

Nemtsov fu ucciso appena prima della pubblicazione del suo rapporto “Putin e la guerra” in cui, documenti alla mano, avrebbe dimostrato le prove della partecipazione dell’esercito russo alla guerra nel Donbas e il coinvolgimento personale di Putin.

Il presidente della commissione per gli affari esteri del Parlamento europeo, Elmar Brock, denunciò:
“Il sistema di Putin è responsabile dell’omicidio di Nemtsov . Boris Nemtsov è stato ucciso a causa della sua intenzione di pubblicare prove della presenza di truppe russe nel Donbas”.

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