Stamattina il mio orologio biologico mi ha svegliato puntualmente all’alba, giusto in tempo per scrivere questo post prima di iniziare questo nuovo giorno condividendo questo articolo di Michela Rapomi pubblicato da R/S Servire dal titolo:
Tra sguardi e cecità
Sono ormai 17 le persone condannate alla pena capitale perché coinvolte nelle proteste contro il regime di Teheran, accusate di “aver mosso guerra a Dio”.
Secondo l’ong norvegese Iran Human Rights, almeno 481 persone sono state uccise a causa della dura repressione messa in atto durante le manifestazioni dagli ayatollah, i custodi del corano, e almeno altre 100 sono a rischio di esecuzione in relazione alle proteste.
Ma oltre alla morte, questa repressione ha la faccia della tortura.
È una punizione per chi non accetta di essere ciò che deve essere.
Sono almeno 200, perlopiù giovani intorno ai 20 anni, i manifestanti che hanno subito gravi lesioni agli occhi e alla testa, dopo essere stati colpiti dalle Guardie della Rivoluzione.
Sparano pallini di metallo i “birdshot”, le nuove granate, autorizzate dallo stato che reprime, intimidisce, mette a tacere e acceca.
È un marchio, un pro memoria indelebile inflitto proprio su quei volti, l’unica parte del corpo visibile sotto lo hijab.
L’unica via di comunicazione viene lacerata.
“Alzatevi ogni giorno, guardatevi e ricordatevi chi comanda”.
È così che l’oppressore dichiara il suo potere, tormenta e silenzia.
Gli sguardi diventano bui, bassi e vuoti.
Spesso nelle guerre, la malvagità dell’uomo non si esprime solo con l’omicidio, ma con la violenza, la tortura, le mutilazioni, che dicono del desiderio di rendere disumano, colpevole e storpio il nemico, esaltando il potere dell’oppressore.
Scrivevamo in occasione della giornata della memoria, qui su questa pagina, dell’assurdità di leggi che, condannando l’omicidio, ne commettono a loro volta.
Qui siamo di fronte a uno stato ultraconservatore che condanna la libertà di espressione con la morte. E noi ancora una volta siamo spettatori, forse troppo ciechi.
Sul piano internazionale i governi di Stati Uniti, Gran Bretagna e Canada hanno prontamente espresso una condanna pubblica contro la violenza e la repressione delle ultime settimane e hanno dichiarato di appoggiare le rivendicazioni dei manifestanti. Anche l’Unione Europea ha sanzionato la “polizia morale” e la ministra degli Esteri tedesca Annalina Berbock ha proposto l’inserimento delle Guardie rivoluzionarie nella lista delle organizzazioni “terroristiche” (fonte: OSMED).
Ma noi cittadini, noi scout, noi qui, dalla nostra Europa, abbiamo la sensazione di non vedere ancora e di non vedere abbastanza: fatichiamo a fermare lo sguardo su quei volti sfigurati, sulle giovani vite spezzate che rischiamo di guardare di sfuggita e rimuovere, in una cecità generale che si indigna ma non agisce in funzione del bene, come siamo ri-chiamati a fare dalla nostra legge scout e dalla nostra costituzione.
“La costituzione è un sogno, fabbricato da uomini svegli” ha detto Benigni nella serata di apertura di Sanremo.
Diamo gambe ai nostri sogni, il futuro è adesso!
Foto: una delle manifestazioni seguite alla morte di Mahsa Amini
