
Da alcuni giorni circola il manifesto dell’ANPI per le celebrazioni del 25 aprile del 2022, e che non poche polemiche ha suscitato. Qualcuno sostiene che nel Sacro Nome della Resistenza, si finisca sempre per perdonare tutto all’ANPI. Però alcuni rilievi vanno fatti.
Mettendo da parte il fatto che i pochi partigiani ancora rimasti in vita non ricoprono alcun ruolo di rilievo nell’associazione, e che spesso, soprattutto negli ultimi anni, la stessa è stata utilizzata per manifestazioni anti americane (ma va pur sempre ricordato che gli americani supportarono la lotta partigiana), e che in certi ambienti dell’associazione si è fatta una certa distinzione tra una resistenza buona (la nostra) ed una resistenza non buona (quella Ucraina), come se avessimo il potere di scegliere o determinare la bontà o meno di chi si difende, si pone ora la questione relativa alla guerra.
Nel bel manifesto fatto da Alice Milani si pongono due questioni che potrebbero far intendere un nuovo corso dell’associazione stessa: la scritta a terra che richiama all’art 11 della Costituzione ma in maniera monca e quelle due bandiere appese alle finestre. Per quanto riguarda il primo punto, l’art 11 recita: l’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali…. La frase monca scritta nel manifesto sottintende a ben altro, e ciò che l’Italia ripudia la guerra in ogni caso, di fatto, ripudiando la stessa guerra di liberazione fatta dai nostri partigiani. L’altra questione è relativa alle due bandiere appese sulla destra dell’immagine: messe in quel modo sembrano davvero troppo simili alle bandiere dell’Ungheria, in cui la destra omofoba, xenofoba e proputiniana di Orban ha appena vinto le elezioni.
Il dubbio sorge: vuoi vedere che la P di ANPI non stia proprio per putiniani?