La Passione di Cristo nell’entroterra campano, Sessa Aurunca

Sessa Aurunca, venerdì Santo

Tradizione del dominio spagnolo, veterissima.

La sessanitá è nella Settimana Santa, rientrano tutti i diaspori.

Sessa diviene una bolla di bellezza per misticismo, fede, tradizione, ritualità.

Sinestesia percettiva sensoriale.

Gli odori:
la ruta “ca ogni male stuta”; l’incenso che purifica; il fumo dei ceri votivi.

I colori:
il nero dei penitenti, confratelli incappucciati; delle donne velate, molte persino scalze in processione;
Il buio, giacché la luce è data dalle pire di fuoco, dalle fiaccole, dai ceri ex voto.
Le camelie.

La vista:
i misteri portati a spalla (antichissime statue custodite nella Chiesa del Monaci, ovvero San Giovanni a Villa, dalla confraternita del Crocefisso).
La connolella, tre passi avanti e due indietro.

I rumori:
il Miserere; le preghiere; il vociare; lo scoppiettjo del fuoco.

I sapori:
baccalà fritto, pizze, olive, formaggi di capra, taralli, vino.

La folla, la città gremita, i volti verso l’alto, ognuno con le proprie intime preghiere.

A tutti tocca qualche attimo di spirito assorto.

Il Miserere, la cunnolella, la tradizione, la fede.
L’appartenenza.

In allegato il “Miserere” per chi volesse ascoltarlo.
https://music.youtube.com/watch?v=VCvFiZ8Flio&feature=share

(foto di Luigi Izzo)

Pubblicato da Giuseppe Tecce

Scrittore di saggi e romanzi

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