Fino a qualche anno fa il mio piccolo paese era avvolto da un profumo di torrone, prodotto artigianalmente dai maestri torronari del luogo.
Capivi che iniziava il periodo natalizio tra il traffico di macchine e il profumo intenso di torrone.
Le caldaie , emanavano un profumo unico.
Ora purtroppo questo profumo non c’è più.
Non perché non ci siano più i maestri , ma semplicemente perché il profumo di torrone viene assorbito prima dalle cappe eppoi viene espulso nell’aria.
Il periodo di Natale, come ad agosto era il periodo dei grandi rientri.
Rientravano gli universitari, gli impiegati, i lavoratori dalla svizzera, dall’Europa.
Ora di meno.
Si sono perse tante di quelle tradizioni.
Nei bar si giocava a sette e mezzo, a scopa, giochi di carte.
Ora non più.
Ora va di moda l’aperitivo.
Una volta la gente si vedeva in piazza, una passeggiata, uno sfottò e una chiacchiera o un conto come si dice qui da noi.
Mi ricordo da piccolo il piacere del torrone caldo tra uno strato di ostia, rigorosamente con le nocciole o con le mandorle.
Una bontà unica.
Le luci colorate e le insegne dei torronari.
Ora tra crisi e altro tutto e’ diventato freddo.
Non c’è più posto per le carte, non ci sono più gli emigranti , non ci sono più i nonni da andare a trovare, gli zii da salutare ecc… Ora tutto è diventato un freddo incontro.
Non vedi più gli amici dei genitori che raccontano i loro episodi, non trovi più il circolo con le sedie davanti ad esso perché ormai non ci sono più gli iscritti.
Tutto passa, com’è giusto che sia, ma questa tristezza no non passa.
Rivedere i piccoli paesi morire tra l’indifferenza mi fa molto male.
Eppure sono stati il nostro cuore , la nostra anima, la nostra storia. (Vittorio Ambrosini)
