Il sorpasso sulla Cina è avvenuto. L’India è la nazione con più abitanti al mondo, secondo le stime delle Nazioni Unite che indicano metà aprile come la data di nascita della più epocale transizione demografica degli ultimi 200 anni: quando il centro di gravità del mondo, in smottamento da decenni, si cementerà in Asia, inclinandosi ora verso il sudest asiatico.

La Cina è stata la nazione più popolosa del mondo almeno dal 1950, quando sono iniziate le rilevazioni demografiche delle Nazioni Unite. Ma da allora, la popolazione indiana è quadruplicata, arrivando agli attuali 1,43 miliardi, mentre quella cinese ha raggiunto un picco di 1,42 miliardi nel 2021 e poi ha cominciato gradualmente a diminuire. Insieme, le due gigantesche nazioni accorpano circa 2,8 miliardi di persone, più di un terzo degli 8 miliardi di abitanti di cui è composta la terra e più di tutti gli altri 19 paesi maggiormente popolati al mondo messi insieme. Ciò significa che circa una persona su tre proviene da uno di questi due enormi paesi dell’Asia.


Cosa comporta tutto questo?
La crescita della popolazione comporta forti conseguenze sociali ed economiche. La crescita indiana significa una forza lavoro in crescita, che deve essere occupata, e quindi una forte spinta a far crescere e sviluppare l’economia. Mentre in Cina, avere meno adulti in età lavorativa significa la necessità di attrarre forza lavoro dall’estero e meno capacità di sostenere l’invecchiamento della popolazione.
Inoltre, una volta che si raggiunge un basso livello di fertilità è difficile recuperare la crescita della popolazione, anche cambiando le politiche statali per incoraggiare le nascite e questo si ripercuoterà sull’andamento del paese nel lungo periodo.