NAPOLI
INVENTÒ LE ZEPPOLE
TUTTA ITALIA
SE NE LECCÒ LE DITA
IL CONSIGLIO MUNICIPALE
POSE QUESTO MONUMENTO
È l’epigrafe che Emmanuele Rocco, insigne filologo della Napoli a cavallo tra il Regno delle Due Sicilie e l’Unità d’Italia, proponeva per una colonna da erigersi in una piazza della Città, aggiungendo: “E potrà così il nostro municipio vantarsi di averne azzeccata una dopo tante che n’ha sbagliate e che ne va quotidianamente sbagliando”.
La zeppola, questa “rotonda ed anulare circonvoluzione simbolo dell’eternità”, per dirla sempre col Rocco, è profondamente radicata nella tradizione napoletana.
“Tre cose strudeno la casa: Zeppole, Pane caudo e Maccarune” recita un detto citato da Masillo Reppone de Gnanopoli nella sua “Posilecheata”.
L’origine di questa specialità è avvolta da un alone leggendario, mitico e addirittura mistico. Ma il discorso è lungo e chiudo il ghiotto argomento, citando Ferdinando Russo:
” – Don Ciccì! Qua, la vita, overamente,
è piena di amarezze! Io l’ho capito!…
Mangiateve sta zeppula vullente,
che, v’assicuro, vi alleccate il dito!”
