Iside e le Streghe di Benevento

La storia vuole che le streghe di Benevento si raccogliessero attorno ad un noce magico, in un rito magico detto Sabba. Le streghe si preparavano al sabba cospargendosi il petto con un unguento, dopodiché uscivano volando sulle proprie scope di saggina, al suono dell’antico adagio: unguento,unguento, portami al noce di Benevento, sopra l’acqua e sopra il vento, e sopra ogni altro maltempo. Ai sabba sotto al noce prendevano parte streghe di diversa provenienza. Questi consistevano in banchetti, orge con spiriti e demoni sotto forma di caproni o gatti. Dopo le riunioni le streghe seminavano il terrore. Si credeva che causassero aborti, deformità nei neonati, facessero dispetti, facendo trovare le criniere dei cavalli intrecciate. Ancora oggi nei paesini del beneventano circolano voci secondo le quali le streghe rapiscano dalle culle i neonati, per passarseli tra di loro e riportarli infine al loro posto. Tre erano le tipologie di streghe a Benevento: ‘a janara, ‘a zoccolara, e ‘a manolonga. La leggenda delle streghe di Benevento è una delle ragioni principali della fama nel mondo della nostra città. Tanto che molti artisti, scrittori, musicisti hanno tratto ispirazione da questa leggenda. Secondo alcuni la leggenda è da far risalire al periodo longobardo, quando gli invasori adoravano un serpente d’oro (probabilmente legato alla dea Iside, che era dominatrice dei serpenti). I longobardi cominciarono poi a celebrare presso il fiume Sabato dei riti particolari, che sono stati all’origine dell’idea dei riti delle streghe. Un sacerdote di nome Barbato accusò i dominatori di idolatria , ed egli stesso abbattè il noce sacro, strappandone le radici. In realtà la leggenda delle streghe deriva da una serie di fattori diversi, ma in particolare è da collegare all’antica venerazione, presso la città di Benevento, della dea Iside e della dea Diana. Il culto di Iside, e successivamente l’affermarsi del mito del streghe é legato, senza dubbio, alla energia magica di questo territorio. La fondazione della città in una confluenza fluviale, così come avviene per Torino e Praga, pone la conca di Benevento tra i nodi cruciali del “reticolo energetico” sacro che avvolge e vivifica la Terra. La costruzione di un tempio dedicato ad Iside, la potente dea e maga egizia, unico in europa ad essere costruito con materiali, tecniche ed arredi, originari dell’Egitto, è la conferma del primato magico che questa città vanta nell’Italia intera e nel mondo. L’altra divinità molto venerata in città era la Dea Diana, Signora e Matrona del Sannio, le cui sacerdotesse e seguaci, dette janare, erano le depositarie di un sapere astronomico e religioso senza tempo. Il termine janara era la trascrizione dialettale del latino dianara , che significa “seguace di Diana”. In quanto personaggio cardine della leggenda che più caratterizza la cittá di Benevento e nonostante che la sua immagine venga spesso confusa con lo stereotipo della strega cattiva, la janara è, in realtà, il simbolo della vita vissuta in armonia con la natura, ossia in sintonia con la madre Terra. Si ritiene che le ultime vestali del tempio di Iside e Diana a Benevento , scacciate dalla città, furono costrette a vivere nei boschi della valle del fiume Sabato, e siano le progenitrici delle janare, le quali conoscevano il ciclo dei pianeti, e i rimedi fito-terapici. Secoli fa, quando non esistevano ospedali o ambulatori medici, era proprio a loro che si rivolgevano le genti locali per essere curate. Reale,invece, fu la persecuzione delle streghe, iniziata con le prediche di San Bernardino da Siena, che nel XV sec. predicò pesantemente contro di esse, ed in particolare contro quelle di Benevento. Egli stesso le indicava come causa di sciagure e sosteneva la tesi secondo la quale dovessero essere sterminate. Nel 1486 fu pubblicato il Malleus Maleficiarum, che spiegava come riconoscere le streghe, come processarle ed interrogarle con torture atroci. Proprio attraverso tali torture furono raccolte diverse confessioni, nelle quali si parlava di sabba a Benevento, di voli, della pratica di succhiare il sangue dei bambini. Perlopiu le streghe erano mandate al rogo o al patibolo.

Pubblicato da Giuseppe Tecce

Scrittore di saggi e romanzi

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