In ogni luogo, in ogni paese, in ogni borgo, per quanto piccolo possa essere, si incontrano sempre tre personaggi: il letterato, l’artista e il filosofo. Non c’è nulla da fare, è una regola ferrea che si applica a qualsiasi luogo e che continua a stupirmi ovunque io vada. Se pure ci fossero soli tre abitanti in un borgo, essi sarebbero esattamente un letterato, un artista e un filosofo. E se un luogo fosse abitato da meno di tre persone, a esempio una, stai pur certa che quell’unica persona sommerebbe in sé le caratteristiche di tutti e tre i personaggi. Anche perché per vivere da soli, e soprattutto se si vive da soli, c’è bisogno di una preparazione oltremodo al di sopra del normale. C’è bisogno di filosofia, di poesia e di arte: solo in questo modo si può avere la possibilità di sopravvivere.
Sopravvivere alle difficoltà, alla fame e soprattutto al silenzio.
Una classica esperienza di incontro, una di quelle esperienze da manuale l’ho fatta a Rocca San Felice, piccolissimo e scenografico paesino posto sui colli del pre Appenino irpino.
(L’agente della Terra di Mezzo) di Giuseppe Tecce
