Vivo di parole

“Faccio una profezia. Come adesso stanno sparendo a una a una le edicole, perché nessuno legge più i quotidiani, così in un futuro non tanto lontano (2040, 2050?) spariranno tutte le librerie perché nessuno leggerà più i libri. E non finirà qui. Arriverà un momento in cui la gente non userà più le parole e per parlare avrà un vocabolario limitato di 500-1000 termini, non sapendo più il significato di tantissimi termini come “accidia”, “baluginio”, “demagogo”, “grottesco”, “scrupolo”, “tabù”, volubile”, “vulnerabile”, “zelo” e così via. I dizionari saranno degli oggetti misteriosi e, sfogliandoli, si ignorerà il significato di almeno il 99% delle parole contenute. Sarà il penultimo stadio prima dell’ultimo: il linguaggio fatto di grugniti, emoticon e gesti.

Già adesso questo impoverimento del linguaggio, questa semplificazione del complesso, questa riduzione delle emozioni e dei pensieri a dei puri segni senza un vero significato, sta avvenendo su Instagram. Ho analizzato il profilo di circa 100 spunte blu (vip e influencer) ed è tutto un susseguirsi di: “My favorite place”, “Settimana meravigliosa”, “Red Passion”, “Verso nuove avventure”, “Buon risveglio a tutti”, “Ready to go”,, “L’ora più bella”, “Best of these days”, “Sunset vibes”, “Miami Style”, “Details”, “Day 3”, “Woman in black”, “Happy!”, “Night out” e così via all’infinito. Ho trovato fino a 300 espressioni simili, che rimbalzano da un profilo all’altro di Instagram, creando un villaggio globale del vuoto.

Sotto una foto in notturna, una influencer scrive scrive “About last night” e questa espressione la troviamo ripetuta in centinaia di altri profili di influencer. Vanno a Roma e l’unica cosa che sanno dire è “Quanto sei bella #Roma” oppure “Roma città eterna”.
O #Napule o sole o mare

E’ tutto un dire senza esprimere nulla, è un pensare privo di pensieri, è un essere felici non mostrando una vera felicità

Loro sono solo l’avanguardia, presto la maggioranza li seguirà, prima sui social, poi nella realtà. Quando? Difficile dirlo, va tutto così veloce oggi, sicuramente prima del nuovo secolo.

Quelli come me che vivono di parole, che sarebbero disposti a difendere una parola – come un re difende il suo popolo – diventeranno una minoranza, emarginata e incomprensibile. Farò la fine dei gettoni del telefono, dei dischi in vinile e delle antiche fotografie in bianco e nero.”

Scritto da Fabrizio Caramagna
Foto: Ciro Pipoli

NAPOLI CARA

No, il calcio non è un gioco,
non può essere un gioco
qualcosa che fa di un popolo
un solo sguardo, una sola passione.
Napoli cara,
dacci la chiave per la nostra gioia,
quando la gioia
è veramente grande
non si torna più indietro,
si fa più lieve ogni dolore,
si fa corale ogni allegria.
Napoli cara,
che sia uno scudetto
o un grande amore,
fa che sia nostro
ciò che oggi è tuo,
dona a noi tutti la tua euforia.

p.s.
In un’Europa stitica e umiliata da una vergognosa guerra, questa marea di gioia è davvero un evento storico. (Franco Arminio)

Droni o fantasie di un malato?

Gira la notizia che dei droni abbiano attaccato la residenza di Putin all’interno del Cremlino. A questo punto si aprono vari scenari, ma tutti sfavorevoli a Putin :1) gli americani hanno fornito dei droni così sofisticati da attraversare tutta la Russia e la città di Mosca senza essere intercettati. In questo caso, per i russi sarebbero cavoli amari. 2) i sistemi di sicurezza e sorveglianza russi fanno acqua da tutte le parti permettendo che dei droni abbiano attraversato mezza russia e la città di Mosca senza rilevarli. Anche in questo i russi dovrebbero tremare. 3) si tratta della solita strategia di Mosca, fare da sé gli attentati, per dare la colpa agli altri e potersi macchiare, poi, dei peggiori crimini. Anche in questo caso Putin ne uscirebbe male. 4) l’ipotesi meno verosimile, che i droni siano stati controllati da avversari politici di Putin e anche in questo caso ne uscirebbe male.
Forse avrebbe fatto meglio a tacere sulla faccenda dei droni!

AMORE E IGIENE NEL 1600 1700


Visitando il palazzo di Versailles a Parigi, si nota che il sontuoso palazzo non ha bagni.
In quel periodo non c’erano spazzolini da denti, profumi, deodoranti, figuriamoci la carta igienica. Gli escrementi umani venivano lanciati dalle finestre del palazzo.

In un giorno di festa, la cucina del palazzo poteva preparare un banchetto per 1500 persone, senza la minima igiene.

Nei film attuali vediamo le persone di quell’epoca sventolarsi con il ventaglio…
La spiegazione non è per il caldo, ma per il cattivo odore che emettevano sotto le gonne (che tra l’altro sono state fatte apposta per contenere l’odore delle parti intime, visto che non c’era igiene).

Non era abitudine fare la doccia a causa del freddo e della quasi mancanza di acqua corrente.
Solo i nobili avevano dei lacchè per ventagli, per dissipare il cattivo odore che emettevano il corpo e la bocca, oltre a scacciare gli insetti.

Coloro che sono stati a Versailles hanno ammirato gli enormi e bellissimi giardini che all’epoca non solo erano contemplati, ma erano usati come gabinetti nelle famose ballate promosse dalla monarchia, perché appunto non c’erano bagni.

In quel periodo la maggior parte dei matrimoni si svolgevano in giugno (per loro l’inizio dell’estate). Il motivo è semplice: il primo bagno dell’anno si faceva a maggio; quindi a giugno l’odore della gente era ancora tollerabile.

Tuttavia, poiché alcuni odori iniziavano già a disturbare, le spose portavano mazzi di fiori vicino al loro corpo per coprire la puzza. Da qui la spiegazione dell’origine del bouquet da sposa.

I bagni erano fatti in una sola vasca enorme piena di acqua calda. Il capo della famiglia aveva il privilegio del primo bagno in acqua pulita. Poi, senza cambiare l’acqua, arrivavano gli altri in casa, in ordine di età, donne, anche per età e infine bambini.
I bambini erano gli ultimi a fare il bagno. Quando arrivava il suo turno, l’acqua nella vasca era così sporca che era possibile uccidere un bambino all’interno.

Le persone più ricche avevano i piatti di lattina. Alcuni tipi di cibo arrugginivano il materiale, causando la morte a molte persone per avvelenamento.

Ricordiamoci che le abitudini igieniche dell’epoca erano terribili.
I pomodori, essendo acidi, sono stati considerati velenosi per molto tempo, le tazze di latta venivano usate per bere birra o whisky; questa combinazione, a volte, lasciava l’individuo “a terra” (in una sorta di narcolessia indotta dalla miscela di bevanda alcolica con ossido di stagno).
Qualcuno che passava per strada avrebbe pensato che fosse morto, quindi raccoglievano il corpo per prepararlo per il funerale.
Poi il corpo veniva messo sul tavolo della cucina per alcuni giorni e la famiglia continuava a guardare, mangiare, bere e aspettare di vedere se il morto si svegliava o no. Da qui nasce la veglia ai morti che sarebbe la veglia accanto alla bara.

Non c’era sempre posto per seppellire tutti i morti. Poi si aprivano le bare, si rimuovevano le ossa, si mettevano in ossari e la tomba veniva usata per un altro cadavere.
A volte, aprendo le bare, si notava che c’erano dei graffi sui coperchi all’interno, il che indicava che l’uomo morto in realtà era stato sepolto vivo.
Così, chiudendo la bara, è nata l’idea di legare una striscia del polso del defunto, passarla attraverso un buco fatto nella bara e legarla a una campana.
Dopo il funerale, qualcuno era rimasto in servizio vicino alla tomba per alcuni giorni. Se l’individuo si fosse svegliato, il movimento del suo braccio avrebbe suonato la campana. E sarebbe “salvato dalla campana”, che è popolare espressione usata da noi fino ad oggi.

Quello che facciamo oggi per tradizione, lo facciamo senza sapere.
E seguiamo le tradizioni solo per sentito dire.
Come carnevale, Halloween, etc…
A volte il miglior alleato per uscire dall’ignoranza è la lettura.

Rovelli e il grande dilemma della sinistra italiana

L’intervento di Rovelli, durante il concerto del primo Maggio è stato bello e in parte condivisibile, ma evidenzia l’incapacità della sinistra italiana di stare con i piedi per terra. Comprendo la volontà di raggiungere la pace, e credo che tutti vogliamo la pace: una guerra nel XXI secolo, con il pericolo di armi di distruzione di massa, non serve a nessuno, ne a chi la fa, men che meno a chi la subisce e nemmeno a chi ci sta intorno. Ma la sinistra italiana una volta sarebbe stata dalla parte del più debole, di quello che subisce una sconsiderata aggressione. Oggi, invece, sembra che la sinistra viva nel mondo del mulino bianco, dove tutto è buono, tutti si vogliono bene e dove ci sono le merendine più buone del creato, e poi vai a scavare e scopri che quelle merendine sono piene di schifezze e ti annientano da dentro. Caro Rovelli, hai detto delle ovvietà: che vuoi la pace, come tutti. Ma non hai detto come arrivare a questa famosa pace. Hai parlato di generiche azioni diplomatiche, che , tra l’altro sono già in corso, ma non hai espresso chiaramente qual è la tua idea di pace, e come arrivarci. Questo è il vero problema della sinistra italiana, vuole la pace, non si capisce in che modo bisognerebbe farla: a scapito degli ucraini che stanno subendo una delle più vili aggressioni sin dai tempi della seconda guerra mondiale? Vuoi una resa incondizionata di un popolo, che andrebbe sicuramente al martirio per accontentare la tua voglia di serenità? O dobbiamo ribadire con forza che la legge della foresta non è più accettabile nel XXI secolo? I bulli devono essere assecondati, o devono essere puniti? Lo stesso problema si porrebbe con la Cina, nel caso attaccasse la vicina Taiwan. Come bisognerebbe regolarsi in un caso del genere? Bisognerebbe voltarsi dall’altra parte? Non sono fatti nostri?

Insomma Rovelli, sei stato bravo, ma hai evidenziato tutto il disastro della cultura radical chic della sinistra italiana.

Il discorso viene da lontano, sia ben chiaro, tu sei solo la punta dell’iceberg di una mentalità che si è strutturata negli ultimi decenni. Così come quando il presidente ANPI ha sentenziato che i partigiani dell’Ucraina non sono partigiani come lo sono stati quelli italiani. Ed in che modo lui mette in atto una discriminante del genere? Chi è lui per stabilire chi è più o meno partigiano?

E’ solo uno scarica barile per cercare di lavarsi la coscienza e trasmettere che il problema non esiste. E no, cari miei, il problema esiste, eccome se esiste. Da come si definisce questa situazione si determina la stabilità o meno mondiale per il prossimo futuro: che futuro vogliamo lasciare ai nostri figli? Un mondo dove prevale la legge del più forte o un mondo in cui vale la regola del diritto?

O pensate che le sorti dell’Italia siano disgiunte dagli accadimenti internazionali?

Insomma, cari amici di sinistra, dovete fare un passo indietro, e discutere seriamente su qual è la vostra idea di futuro, per l’Italia e per il mondo intero.

Storie dall’Italia interna

Ieri sera sono cominciate le novene alla #grottadisanmichele, si venera a Casalbore l’8 maggio e il 29 settembre

La chiesa-grotta dedicata a San Michele Arcangelo esistente nel territorio di Casalbore venuta alla luce nel XVI* sec, in seguito a un evento ritenuto miracoloso in conformità a una leggenda religiosa locale. Un bel giorno di primavera, una mucca che pascolava in un prato nei pressi della cava di pietra cadde in una buca del terreno coperta dall’erba. Il contadino, calatosi subito nella buca, scoprì la grotta e trovò illesa la sua mucca grazie all’intervento miracoloso dell’arcangelo Michele. Questa la leggenda. La nostra ipotesi è che la grotta, rimasta coperta per secoli sotto i materiali di riporto della vicina cava, fosse dedicata al culto di San Michele già da prima della scoperta fortuita del XVI* sec, e risalisse per lo meno al VII o VIII secolo, quando Casalbore sarà diventata con ogni probabilità un luogo di sosta e devozione lungo il percorso della Via Sacra Longobardo rum. Casalbore è stata da sempre un’importante stazione del tratturo nato in epoche preistoriche cui è stato imposto il nome relativamente recente di “Pescasseroli-Candela”. Niente di più probabile – dato l’importante indizio della chiesa-grotta di Casalbore – che nell’epoca in cui cominciarono a diventare non percorribili per abbandono le antiche vie consolari e imperiali della zona i cavalieri longobardi preferissero percorrere per il loro pellegrinaggio verso le Puglie l’antico tratturo che transita in prossimità della grotta, anziché la Via Traiana che passava sotto il paese. Questa comunità di origine sannita è inoltre ricca di fontane ed era anche allora certamente un importante punto di scambio tra i pastori della transumanza e i contadini del posto. Fonte, (Museo Virtuale delle Valli Miscano e Ufita) #agrihostgiuseppelocalguida

Ecco l’irpinia, terra di lupi e non solo

https://www.raiplay.it/video/2023/04/Il-Provinciale—L-Irpinia-terra-di-lupi-poeti-e-musicisti—30042023-b63a366c-edb8-433f-b539-b0fd04cfb961.html?wt_mc%3D2.app.cpy.raiplay_prg_Il+Provinciale.%26wt

Per chi, almeno un po, si sente Irpino, é da guardare tutto d’un fiato.
Panorami mozzafiato, natura selvaggia, bellezza dappertutto di una terra sconosciuta ai più!

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