Con Chiara se ne va un pezzo importante della nostra città, della nostra identità e della nostra cultura. Mi ricordo quando, qualche anno fa, facemmo la sperimentazione di parlare di Finanza Etica attraverso la visione di film che trattassero tale argomento, salvo, poi, accorgerci, che di film sulla finanza etica non ne esistevano. Quindi, decidemmo di procedere per contrapposizione: proiettiamo i film sulla finanza sporca, non etica, e poi apriamo un dibattito sulla finanza etica, che deve, necessariamente, essere l’opposto di quello che vediamo nei film. E così, facemmo, con una rassegna in cui si guardavano film sulla finanza aggressiva (i titoli si sprecano), e parlando poi di eticità della finanza. La rassegna andò avanti per qualche mese e fu ripetuta anche l’anno successivo. L’idea piacque a tal punto, che Banca Etica la fece propria, inaugurando subito dopo, una rassegna cinematografica sulla finanza etica, che si svolge ancora con cadenza annuale.
Nel nostro piccolo, abbiamo contribuito a lanciare dei messaggi positivi, anche in quella direzione.
La giornata è di quelle memorabili. Mi trovavo a Rocca, intendo Rocca San Felice, in questa domenica uggiosa, di nebbia e di scirocco, quando mi sento chiamare: sei Giuseppe? Si, sono io….sempre che non cerchi un altro Giuseppe. No, no…. Cerco proprio il Giuseppe che ha scritto quel libro…. Si, sono io allora, a prescindere dal titolo. Chiacchieriamo, mi invita a casa sua, sgranocchiamo noccioline e leggiamo dei passi da questi due libri. Mi confida di essere una Dianara, e mi fornisce il mio profilo caratteriale, vedendomi dominato dal Dio Dioniso (Bacco per i romani). E come se non bastasse, prima di andar via mi dona un pezzo di quel famoso Carmasciano, di cui tanto parlo nel mio libro. Lo fa mio cugino, mi confida, ed è freschissimo… Lo preferisco a quello stagionato. Poi l’ho assaggiato ed era il formaggio più buono che avessi mai mangiato! Grazie, Lucia!
A Benevento c’è una piazza che tutti chiamano di Santa Maria anche se si chiama di Cardinal Pacca. Non è davvero una piazza perché è in realtà uno spazio vuoto che c’è nel bel mezzo della città antica. Il vuoto fu fatto da tante bombe che caddero dal cielo durante una guerra.
Prima delle bombe in quel posto c’erano delle vecchie case e un vecchissimo monastero. Sotto al monastero e alle case che furono distrutte dalle bombe ci sono cose ancora più vecchie perché in quel posto c’era una città romana.
Tanti anni sono passati da quando caddero quelle bombe. Da allora a piazza Santa Maria che si chiama in realtà piazza del Cardinal Pacca ci hanno messo un parcheggio.
Però è brutto sapere che sotto a quel parcheggio ci sono tante cose così antiche e preziose che nessuno può vedere. La gente ha sempre pensato che sarebbe bello trasformare quel parcheggio in un posto dove poter passeggiare e vedere quel che resta di quegli antichi palazzi.
Un giorno arrivò un sindaco che insieme ai suoi amici decise che quella piazza che non era una piazza ma uno spazio vuoto non era bella. Il sindaco andò a chiedere tanti soldi per poter aggiustare quella piazza. Però il sindaco e i suoi amici non avevano mai studiato e non sapevano nulla della storia della città romana con sopra il monastero antico che fu distrutto dalle bombe.
Il sindaco che non sapeva queste cose pensò che quello era solo un parcheggio per automobili e decise di farne qualcosa di più importante. Si sforzò molto e ci pensò per giorni e giorni. Alla fine pensò di aver avuto l’idea giusta e decise di trasformare il parcheggio per automobili in parcheggio per autobus. Gli autobus sono più grossi e più belli delle automotibili e al sindaco piacevano le cose più grosse e più belle.
Il sindaco disse ai suoi amici che voleva un parcheggio più grosso in quella piazza che non era una piazza ma era un vuoto. Gli amici del sindaco che non avevano studiato e non sapevano nulla andarono a scavare in quella piazza per costruire un parcheggio grande e bello.
Gli amici del sindaco iniziarono a scavare e fecero un mucchio di terra in mezzo alla piazza che tutti chiamavano di Santa Maria. Scavarono per un giorno intero e poi si dovettero fermare. Sotto alla terra c’era qualcosa di duro.
Che sopresa e che meraviglia fu per gli amici del sindaco. Avevano trovato muri e pavimenti sotto alla terra che avevano tolto dal centro della piazza che non era una piazza e che tutti continuavano a chiamare di Santa Maria anche se in realtà era la piazza di Cardinal Pacca.
Gli amici del sindaco tornarono dal sindaco per dirgli che erano sorpresi e stupiti da questo ritrovamento. Anche il sindaco rimase stupito nello scoprire che qualcuno aveva nascoscto al centro di un parcheggio un pezzo di un monastero del novecento dopo Cristo.
Questa storia non ha un lieto fine e non ha una morale. Questa è solo la storia di un monastero e di una città romana che furono trovati là dove erano sempre stati da un sindaco che non sapeva mai niente. (Antonio Furno)
I crimini che sta commettendo la Russia sono inenarrabili. Uno dei reati più gravi di cui si sono macchiati è quello di aver deportato migliaia e migliaia di bambini ucraini, portandoli in Russia, con l’intento di russificarli. Sono reati gravissimi, equiparabili solo a quelli fatti dai nazisti prima e durante la seconda guerra mondiale. Qui ascoltiamo una chiamata di una mamma che riesce a rintracciare la propria bambina. A voi l’ardua sentenza!
L’intelligenza artificiale, a detta comune è una seria minaccia alle attività umane. Ma è, poi, vera un’affermazione del genere? E se invece fosse il contrario e la utilizzassimo per massimizzare le risultanze della creatività del cervello umano?
Si è vero che la AI può fare tante cose, comprese lo scrivere in libro, dipingere un quadro o altre opere artistiche. Ma tutto ciò resterebbe pur sempre il frutto di una intelligenza artificiale, che nulla ha a che vedere con la creatività, la conoscenza e l’esperienza. Io credo che la AI finirà per esaltare ancor più le opere frutto dell’intelligenza umana. Si creerà un duplice mercato:uno più economico, con opere accessibili a tutti create da AI ed un mercato più di nicchia, di opere vere, create con sangue e sudore, dagli esseri umani. La AI non va temuta, perchè può essere una grande opportunità per noi.
C’è stato un tempo in cui la Russia festeggiava il 9 maggio, data della vittoria della seconda guerra mondiale, della sconfitta del nazismo, in modo pomposo e festoso. Oggi è rimasto solo il ricordo del tempo che fu. La Russia stessa è diventata uno Stato Canaglia e oggi sulla piazza rossa è andata in scena una cosa miserabile. La grandezza di Putin che è stato, nasconde le miserie di un uomo in difficoltà, che si è buttato in una guerra insensata e fratricida. Questo è il risultato!
Blanche Monnier ha vissuto per 25 anni chiusa in una stanza della sua casa, a Poitiers, stesa su un letto, fra polvere, escrementi e follia. Blanche era bella, bellissima e dolce. Troppo bella, forse, per suo fratello e sua madre. È passata alla storia come la Séquestrée de Poitiers, la Sequestrata di Poitiers. Ma cosa le accadde? Nel 1877 Blanche aveva 24 anni. Conobbe e si innamorò di un ricco avvocato di Parigi. Era più grande di lei di 30 anni e questo alla sua famiglia non piaceva affatto. Anche lui l’amava, ma nonostante la serietà del loro legame, i genitori di Blanche fecero di tutto per dividerli. Nel 1882 il padre della giovane morì, lasciandola sola con la madre Louise-Léonide Demarconnay e il fratello Marcel, un uomo piuttosto in vista nella società dell’epoca. Blanche sparì. Nessuno riuscì più a parlare con lei, a capire cosa le fosse successo, perché il muro di solitudine che aveva costruito attorno a lei la famiglia era davvero invalicabile. Passarono gli anni, 25 in tutto. Il 22 maggio 1901 successe qualcosa. Arrivò una lettera al Procuratore Generale di Poitiers in cui si diceva: «[…] Signor Procuratore generale, ho l’onore di informarvi di un evento eccezionalmente grave. Parlo di una vecchia ragazza che è bloccata nella casa di Madame Monnier, in mezzo alla fame, e che vive in un letto sporco dagli ultimi venticinque anni – in una parola, nella propria sporcizia…» Il Procuratore decise di indagare e il giorno dopo inviò a casa Monnier, in rue de la Visitation 21, la polizia. Quello che trovarono confermava le parole della lettera. Blanche era chiusa a chiave in una stanza, buia e maleodorante, con pesanti tende alle finestre, ricoperte da uno strato di polvere, mai spostata, segno del passare lento e inesorabile del tempo. Pesava circa 30 kg, era sporca, spettinata e divorata dalla follia, generata dalla reclusione. La sua bellezza, il suo sorriso erano solo un ricordo, che aveva lasciato spazio al dolore e alla solitudine. Chi la trovò scrisse di lei: «Abbiamo immediatamente dato l’ordine di aprire la finestra dell’edificio. Questo fu fatto con grande difficoltà, perché dalle vecchie tende scure cadeva moltissima polvere. Per aprire le persiane, era necessario rimuoverle dalle cerniere a destra. Appena la luce entrò nella stanza, abbiamo notato, dietro, sdraiato su un letto, la testa e il corpo coperti da una coperta repulsivamente sporca, una donna identificata come Mademoiselle Blanche Monnier. La donna sfortunata si trovava completamente nuda su un materasso di paglia marcio. Tutto intorno a lei si formava una sorta di crosta fatta da escrementi, frammenti di carne, verdure, pesce e pane marcio. Abbiamo anche visto le conchiglie di ostriche e gli insetti che correvano nel letto di Mademoiselle Monnier. L’aria era così irrespirabile, l’odore dato dalla stanza era così forte, che era impossibile continuare con la nostra indagine.» 1º giugno 1901 entrò all’Hôtel- Dieu di Parigi, uno degli ospedali della città. Le due condizioni erano disperate. In seguito fu trasferita Ospedale psichiatrico di Blois dove rimase per 12 anni. Morì a 64 anni, senza mai recuperare il suo equilibrio psico-fisico. Il 20 novembre 1901 Marcel Monnier fu condannato a soli 15 anni di carcere. La madre, Louise-Léonide, non scontò neppure un giorno di carcere, per problemi cardiaci. Morì l’8 giugno, 2 settimane dopo il suo arresto. Sul caso di Blanche Monnier si è scritto molto; in Francia é stata varata una legge ispirata alla sua vicenda, sull’omissione di soccorso alle persone in difficoltà. Quello che ci dovremmo chiedere è quante Blanche esistono al mondo, magari proprio vicino a casa nostra. (Rosella Reali)
Se, prima della comparsa delle analisi del DNA, gli storici hanno affermato che tutti i crani allungati sono stati ottenuti dall’uomo usando la deformazione artificiale, allora gli studi moderni sul genoma dei teschi di Paracas non sono d’accordo con questo.
I teschi sono un quarto più grandi di volume e il 60% più pesanti dei normali teschi umani. Anche la struttura è diversa: i crani di Paracas hanno una superficie parietale, mentre gli umani ne hanno due.
Il direttore del Museo di Storia di Paracas ha inviato cinque campioni di capelli, pelle, denti e pezzi di cranio per l’analisi genetica e si è scoperto che il DNA mitocondriale, che viene ereditato dalla madre, con una mutazione sconosciuta che non si trova negli esseri umani, nei primati o in qualsiasi altro animale… In poche parole, questa è una creatura umanoide completamente nuova, lontana dall’Homo sapiens, dall’uomo di Neanderthal o dall’uomo di Denisova.
Non so se troveranno un posto per queste persone nell’albero genealogico dell’uomo moderno, ma i teschi di Paracas non si adatteranno alla teoria dell’evoluzione lineare.
Il grande riscatto delle Brutte e e di tutte coloro che fanno delle rughe anche un punto di forza! Con questa incoronazione ha perso definitivamente il botox ed ha vinto l’espressione naturale!